Durante il periodo che va dalla produzione delle telemetro (anni 30), sino all'avvento della serie T verso la fine degli anni 80, Canon sviluppò sistemi per l'uso del flash secondo la tecnologia corrente del tempo.
Avremo
così i flash con lampada a combustione al magnesio, i primi costosi
flash elettronici perfezionati nel corso degli anni con sempre più
funzionali sistemi di controllo, sino all'avvento del primo flash TTL
progettato a fine anni ottanta per la fotocamera T90, ultima ammiraglia
del sistema FD.
I flash con lampada a combustione al magnesio.
Questa invece è una confezione delle stesse lampade di produzione americana che risale al 1966:
Ed
ecco la tabella dei numeri guida (sono espressi per distanze in
piedi, vanno moltiplicati per 0.304 per ottenere la distanza in
metri):
Come si può leggere, sono previste tre possibilità per la sincronizzazione dell'otturatore:
- X-sync è dedicato all'uso dei flash elettronici e comanda il lampo nello stesso istante in cui si apre l'otturatore. Non è adatto quindi all'uso delle lampade con tutti i tempi perché non sfrutta in modo ottimale la curva di combustione della lampada.
- M-sync è progettato espressamente per le lampade a bulbo perché comanda il lampo da 5 a 15 millisecondi prima dell'apertura della tendina, in modo che il picco della potenza della combustione si sviluppi quando l'otturatore è completamente aperto.
- FP-sync è progettato per le lampade a lunga combustione, e permette l'uso di tempi di scatto molto più brevi.
In
generale M-sync (dove M=medium) è destinato ad otturatori centrali,
mentre FP-sync (dove FP=focal plane) è destinato all'uso con otturatora
tendina.
X-sync
(dove X=xenon) si usa con otturatori a tendina o centrali; ma è anche
possibile usare M ed FP su otturatori a tendina con limitazioni dovute
al cattivo sfruttamento della curva di combustione.
Sulle fotocamere FD del 1970, quindi FTb, F-1 ed EF, la gestione del lampo è così regolata:
X-sync funziona sul tempo 1/60.
M-sync ed FP-sync funzionano su tutti i tempi tranne 1/60.
Per la EF l'unico flash utilizzabile è il lampo elettronico su 1/125, non fu previsto l'uso dei bulbi.
Su
tutte le fotocamere FD successive, l'uso di bulbi non fu previsto perché
nel frattempo erano caduti in disuso quindi l'otturatore non scatta in
ritardo rispetto al flash.
Perciò volendo usare i bulbi flash, le
uniche due fotocamere canon FD che ne sfruttano le caratteristiche sono
la F-1old e la FTb.
Di
fatto fino a metà degli anni 70 l'uso dei flash con lampadine al
magnesio era diffusissimo. Poi arrivarono i flash elettronici: i
primi modelli erano costosissimi ed inefficienti per cui l'uso delle
lampadine si protrasse evolvendosi verso prodotti più versatili come
il famoso "flashcube" che arrivò sino agli anni 80. Tuttavia per
dovere di completezza voglio sottolineare che sebbene il sistema con
lampade monouso sia notevolmente spratico visto che per ogni lampo
occorre cambiare la lampada stando attenti a non bruciarsi le dita
nel rimuoverla (e per questo i flash erano muniti di pulsante
eiettore), oltre la scomodità di dover calcolare il diaframma da
usare con una tabella (o con i regoli montati sul dorso dei flash)
c'erano comunque dei lati positivi. Anzitutto la potenza disponibile.
Una lampada di classe media quale la M3 arriva ad un numero guida di 80 (asa 100, X-sync 1/30") che è quasi il doppio
della potenza di un moderno flash EX580II (con un ingombro ed un peso
notevolmente inferiori). Inoltre la possibilità di usare lampade con
luce di colore differente, da abbinare alle pellicole disponibili
era una cosa assai utile. Canon quindi, conscia della grande
diffusione delle lampade a combustione, aggiornò i vecchi flash della
serie V disponibili sulle telemetro e progettò il flash V-3, una
unità compatta, con parabola retrattile da 12cm (com'era di moda in
quegli anni). Tale unità, che potete vedere in queste due foto:
era
discretamente versatile: la parabola poteva essere chiusa su due
ampiezze differenti, sia per focali corte (114°), sia per focali tele
(73°).
La parabola era anche orientabile, consentendo
l'illuminazione indiretta, ed era possibile persino collegare diversi
flash in serie per illuminazioni multiple. Era alimentato da una pila
a 15V tuttora disponibile sul mercato, la V74PX, ed era dotato di un
pulsante di test, che permetteva, tramite l'accensione di una spia, di
verificare la bontà della lampada senza bruciarla. Il regolo sul
dorso consentiva, nota distanza e numero guida delle lampade usate, di
ottenere il diaframma da usare. Il montaggio del flash sulla F-1
avveniva tramite il flash coupler, mentre su altre fotocamere si montava
direttamente sulla slitta.
Inoltre
tramite un selettore poteva montare ben 4 tipi differenti di
lampade, dalle minuscole PH (tramite adattatore) con numero guida 6,
sino alle potenti press 25 (swan) con numero guida 200, come potete
vedere da questa tabella:
Da
notare che molte lampade erano fabbricate anche anche in versione
FP, con lampo a durata prolungata, per poter usare tempi di
sincronizzazione sino a 1/125"; a titolo di curiosità la sigla FP
significa "Focal Plane" è riferita all'otturatore a tendina sul piano
focale, che come noto per poter esporre correttamente il fotogramma va
usato con un tempo specifico; tali lampade infatti nacquero proprio per
questa esigenza.
Ecco infine come si presenta la F-1old con il flash V-3 montato:
A titolo di curiosità, con una lampada press 25 GN200, usando un diaframma 5.6 era possibile illuminare un soggetto a 30 metri!
Naturalmente,
siccome i tempi erano maturi per l'introduzione dei ben più pratici
flash elettronici, Canon introdusse un sistema raffinato: Il sistema CAT (Canon Auto Tuning)
In
questo modo, ruotando la ghiera di messa a fuoco, il potenziometro
variava la sua resistenza potendo quindi comunicare al sistema di
calcolo una grandezza equivalente alla distanza tra fotocamera e
soggetto.
Di questo anello furono prodotte 4 versioni (A, B, A2, B2) per adattarsi ai vari obiettivi predisposti, e cioè: - A: 35/2, 50/1.8
- B: 35/2, 50/1.4
- A2: 35/3.5, 35/2, 50/1.8
- B2: 35/3.5, 35/2, 50/1.4
Gli altri elementi su cui era basato questo sistema erano il già noto Flash Coupler L:
Questo
accoppiatore andava innestato sull'apposita presa ricavata sul
manettino di avvolgimento della pellicola ed era alimentato da due pile
da 1,35V, una di tipo HD (spessore normale) per alimentare
l'elettronica di controllo, l'altra di tipo HP (spessore maggiore) per
alimentare una piccola lampada preposta all'illuminazione della scala
esposimetrica tramite un piccolo interruttore; lo scopo di questo
adattatore è quello di collegare i contatti ausiliari necessari alla
trasmissione dei segnali di controllo.
Una nota: le pile tipo HD (ex Mallory RM625R) sono tutt'ora in commercio con la tensione di 1,5V sotto la sigla PX625, mentre quelle di tipo HP (ex Mallory PX-1 o EPX-1) sono in commercio con la tensione di 1,5V sotto la sigla LR50 (o MR50). In alternativa alla LR50 si può usare una PX625 (più sottile) spessorando la differenza con monetine da un centesimo di euro che hanno lo stesso diametro (16mm). Esiste comunque comunque l'adattatore MR-50 che permette l'uso di attuali pile all'ossido di argento SR44.L'illuminazione del mirino fu introdotta perché l'accoppiatore oscurava col suo ingombro la finestrella per la presa di luce; esso inoltre era dotato di una levetta di blocco per impedire lo sgancio accidentale dalla fotocamera. Infine l'ultimo elemento era il flash, lo Speedlite 133D:
Una
unità avente numero guida 18 a 100 asa, dotato di lampada pilota e
pulsante di test, con angolo di emissione pari a 55° su entrambi gli
assi; era alimentato da 4 pile stilo convenzionali.
Da notare che
il cavetto del Flash Auto Ring, una volta innestato sulla apposita
presa nello zoccolo del flash, funzionava anche da sicura meccanica
per evitare lo sgancio accidentale del flash dalla slitta
dell'accoppiatore. Ecco infine come si presenta il sistema completo
montato sulla F-1old (foto dalla mia collezione personale):
Il
funzionamento del sistema era molto semplice: si impostava il tempo
di sincronizzazione pari ad 1/60" (F-1 ed FTb), oppure 1/125" (sulla EF), poi si accendeva
il flash, dopo aver impostato il selettore dell'esposimetro sulla modalità corretta.
Nel momento in cui il condensatore era carico al 60% e la
spia pilota si accendeva, il galvanometro nel mirino si posizionava
sul valore corretto del diaframma (che ovviamente variava cambiando la distanza di messa a
fuoco in omaggio alla regola del numero guida); era quindi sufficiente ruotare la ghiera dei diaframmi per
far coincidere il collimatore con l'indice del galvanometro per avere
la regolazione corretta.Il sistema teneva conto della carica effettiva del condensatore, adeguando l'indicazione del galvanometro sul diaframma appropriato, per evitare di dover aspettare la carica completa.
Esclusivamente sulla canon EF, impostando la ghiera dell'obiettivo su "A" il funzionamento era completamente automatico, la fotocamera impostava il diaframma corretto senza nessuna manovra supplementare. Naturalmente il sistema teneva conto sia di tempi di scatto più lenti del tempo X-sync (per esempio per variare il peso dell'illuminazione ambientale, anche se le istruzioni suggerivano di usare solo il tempo sincro), sia della sensibilità della pellicola, variando in entrambi i casi l'indicazione del galvanometro circa il diaframma da utilizzare. L'anello potenziometrico assolveva anche un'altra importante funzione non documentata: limitava meccanicamente la corsa di messa a fuoco dell'obiettivo, riducendola alla zona coperta dal flash per evitare di avere soggetti troppo vicini correndo il rischio di bruciare il primo piano. C'è da dire però che essendo l'anello concepito per usare 3 obiettivi diversi, vi sono zone della corsa di messa a fuoco che potrebbero risultare non coperte dal flash. Facendo riferimento all'obiettivo 35/2, l'anello limita meccanicamente la messa a fuoco a partire da 40cm (mentre l'obiettivo parte da 30cm), però il galvanometro indica se tale distanza è coperta oppure no, mettendo a fuoco infatti a distanze minori di 80cm (limite per il 35/2), il galvanometro crolla a zero, indicando quindi che il flash non copre quella distanza. Un sistema pratico ed efficace.... si era più avvezzi a ragionare non essendo schiavi di automatismi di difficile comprensione: qualora si fosse voluto utilizzare il flash solo per il riempimento delle ombre, era sufficiente valutare di quanti stop si volesse ridurre l'illuminazione per ottenere questo effetto chiudendo maggiormente il diaframma rispetto a quanto indicato dal galvanometro, oppure sottoesponendo tramite la ghiera ASA.
Unico limite: due sole focali coperte, 35mm e 50mm. Infine sembra che altri modelli di flash furono prodotti oltre al 133D, ma su di essi la documentazione è pressoché inesistente. In particolare si vocifera di un flash a due torce per macrofotografia denominato Speedlite 120A di cui si può vedere una foto nel panorama generale accessori relativo alla F-1old:
ed ancora uno Speedlite 500A a torcia:
ed infine di uno Speedlite 1000 sempre a torcia alimentato dal battery case esterno:
Quest'ultima
foto deriva dalla scansione del manuale in lingua tedesca della
F-1old, dove si parla chiaramente dei flash 500A e 1000.
Sebbene
del 500A esistono foto che testimonierebbero l'avvenuta produzione,
del 120A e del 1000 non esiste altra documentazione.
In
effetti li sto cercando da anni ma ritengo che non siano mai stati
commercializzati sui nostri mercati, se non addirittura mai prodotti
effettivamente; in particolare non ho mai trovato traccia né della
torcia, né dell'accoppiatore, né dell'anello potenziometrico e nemmeno
del cavetto da utilizzare sul battery case.... insomma, se fossero
stati prodotti qualcuno di questi elementi prima o poi sarebbe saltato
fuori, invece non sono mai stati visti; anche in altri forum
americani l'opinione più diffusa è che non siano mai entrati in
produzione e che le foto mostrate siano solo foto preliminari di
catalogo.Il sistema CATS (new Canon Auto Tuning)
Con l'avvento della nuova F-1 nel 1981, fu perfezionato anche il sistema CAT.
Ora
sulle fotocamere era possibile ottenere il pieno automatismo del
flash, ossia l'impostazione automatica del tempo sincro, ma anche
l'impostazione del diaframma di lavoro corretto, con varianti a seconda
del tipo di fotocamera:
- Sulla serie A l'impostazione era totalmente automatica
- Sui modelli FL e sulla F-1 old le impostazioni dovevano essere completamente manuali
- Sulla new F-1 il diaframma era impostato automaticamente solo in caso di montaggio del motore traino pellicola; senza di esso il diaframma doveva essere impostato sull'obiettivo, il cui valore era suggerito nel mirino dal galvanometro.
Tuttavia
sotto l'aspetto pratico vi fu un passo indietro: con il sistema
precedente la distanza fotocamera-soggetto viene comunicata alla
fotocamera tramite l'anello potenziometrico, quindi prescinde dal dover
scegliere a priori una gamma di distanza entro cui operare, basta
mettere a fuoco. C'è anche da dire però che per distanze normali, si
possono avere due o tre gamme di distanza contemporaneamente valide, e
questo permette di scegliere il diaframma più adatto in relazione alla
desiderata profondità di campo, cosa che con il sistema precedente non
era possibile, inoltre con il nuovo sistema la copertura va da 20mm
sino a 100mm (con i due flash di punta) mentre prima si poteva usare
il flash solo con le due focali 35mm e 50mm.
Altra grande
innovazione fu l'uso della fotocellula per il controllo della durata del
lampo, che permise di svincolare maggiormente l'uso del diaframma per
esporre il flash, infatti i modelli migliori, presi in esame in questa
rassegna (199A, 533G, 577G, ML-1), erano tutti dotati di fotocellula
al silicio per il controllo della durata del lampo basato sulla luce
riflessa dal soggetto.
In
particolare, i due grossi flash a torcia 533G e 577G, unità potenti e
versatili, avendo la fotocellula svincolata dal corpo principale,
unitamente al controllo di avvenuta esposizione, possono essere
utilizzati anche su fotocamere diverse, avendo solo l'accortezza di
impostare tempo sincro e diaframma di lavoro secondo il regolo
posizionato sulla testa del flash.
Usando
i tre diffusori in dotazione (20-24-100) si possono scegliere effetti
di illuminazione differenti, che in combinazione con la possibilità
di usare il flash di rimbalzo controllando a priori la corretta
esposizione permettono scelte operative che nulla hanno da invidiare ai
moderni quanto inutilmente complicati flash TTL. Per pura curiosità
ho verificato il funzionamento delle fotocellule che controllano
l'esposizione tramite un esposimetro flash separato: il funzionamento è
perfetto, il diaframma selezionato sulla testa del flash corrisponde a
quello che determina l'esposizione corretta. In caso di utilizzo di
schermo diffusore, il flash adegua la potenza per garantire l'uso dello
stesso diaframma con una copertura maggiore (o minore, a seconda del
tipo usato). Che dire, un plauso agli ideatori di un sistema tanto
pratico e funzionale, a dispetto dei 30 anni di esercizio.
Questa
sezione, senza foto e dettagli sui modelli, non sarà
più ampliata; ho avuto i flash 533G, 577G, ML-1 e 199A con
relativi accessori ma dopo il mio cessato interesse per il sistema ho venduto tutto e non mi è più stato possibile fare aggiornamenti.Il sistema A-TTL
Per
la prima volta nel 1986 fu introdotto un sistema TTL per la Canon
T90, sistema battezzato "A-TTL" ed utilizzato sul modello Speedlite
300TL.
Tale modello era dotato di diverse funzioni:
- Prelampo ATTL, emesso con infrarossi (testina orizzontale) o lampada flash (testina inclinata).
- Testina ampiamente orientabile e misurato con fotocellula esterna.
- Sincronizzazione del lampo su prima e seconda tendina (per la prima volta al mondo).
- FEL con misurazione spot (per la prima volta al mondo).
- Modalità manuale ad alta potenza e bassa potenza (1/16).
- Possibilità di regolare l'esposizione del soggetto indipendentemente dallo sfondo.
- Fotocellula separata per la misura in caso di utilizzi manuali.
- Ampiezza della parabola regolabile manualmente su 4 focali (24-35-50-85) senza dover usare diffusori o fresnel aggiuntivi.
Caratteristiche assolutamente attuali anche oggi.
Sembra che il sistema A-TTL sia stato copiato dalla Olympus: l'informazione è avvalorata da un cenno al sistema olympus sui manuali di riparazione della T90.
Tale sistema già predisposto sui tester kyoritsu dell'epoca usati da canon nei laboratori di riparazione venne probabilmente copiato per reverse engeenering.
Per motivi di brevetto Canon dovette poi abbandonare A-TTL ed introdusse il sistema E-TTL, notoriamente molto più problematico. Di fatto con una T90 ed un flash 300TL potete stare certi di non sbagliare nemmeno una foto su 36, cosa non da poco.
Una premessa importante serve per comprendere come funziona l'esposizione usando un flash.
Tutti
sanno che il tempo di scatto impostato sulla fotocamera non influenza
l'esposizione del flash, ma controlla il peso della luce ambientale.
Mentre invece l'apertura del diaframma influenza l'esposizione del flash secondo la famosa regoletta del numero guida/distanza.
Il
problema principale è che la regolazione del diaframma non influenza
soltanto l'esposizione del flash, ma controlla anche la profondità di
campo, quindi si possono verificare situazioni dove per poter esporre
correttamente il flash si è costretti ad usare diaframmi diversi da
quelli eventualmente desiderati per un determinato risultato
fotografico.
Il
primo tentativo per svincolare l'esposizione flash dall'uso del
diaframma fu il sistema CATS, dove con una fotocellula veniva interrotta
l'alimentazione alla lampada in modo da controllare il flusso luminoso
emesso.
Il
sistema A-TTL invece, introducendo sensori nel corpo macchina, permise
una migliore funzionalità, a prezzo ovviamente di una maggiore
complicazione operativa.
Difatti la scelta della modalità operativa della fotocamera influenza notevolmente il risultato finale.
Quando
furono messi in commercio la T90 ed il relativo flash TTL Speedlite
300TL fu pubblicata una guida ufficiale che spiegava dettagliatamente il
funzionamento del sistema flash, guida peraltro corredata di grafici e
tabelle per esemplificare i concetti:
Oggi queste guide non le stampano più, e nel contempo i flash sono molto più complessi.
Il risultato è il caos.
Il sistema A-TTL permette un controllo totale dell'esposizione secondo queste tre regole:
- L'esposizione della luce ambientale è completamente separata dall'esposizione del flash.
- L'esposizione della luce ambientale è controllata esclusivamente dal tempo di scatto e apertura del diaframma.
- L'esposizione del flash è controllata esclusivamente dalla durata del lampo.
L'esposizione della luce ambientale quindi è controllata dal tipo di programma utilizzato sulla T-90:
- Con qualsiasi modalità Program diaframma e tempo di scatto sono automatici.
- In priorità di tempi il diaframma è automatico mentre il tempo di scatto è impostato manualmente.
- In priorità di diaframmi sono automatici i tempi mentre il diaframma è impostato manualmente.
- In modalità Manual si impostano manualmente entrambi i parametri.
Il controllo della durata del lampo invece è effettuato in tre modi:
Nelle
modalità A-TTL e TTL Auto flash AE mode un sensore nel corpo della T90
misura e controlla l'illuminazione riflessa dalla pellicola durante l'esposizione.
Nella
modalità FEL (Flash exposure lock) il sensore esposimetrico spot legge
la luce attraverso l'obiettivo durante un prelampo emesso ad 1/20 della
potenza massima stabilendo l'esposizione prima dell'esposizione.
Nella
modalità manuale del flash (non della fotocamera) la durata del lampo
viene determinata tramite una fotocellula incorporata sul flash.
Modalità del flash A-TTL.
La modalità operativa A-TTL (Advanced-Trough-The-Lens) determina l'esposizione tramite un prelampo il quale determina la distanza fotocamera-soggetto e prestabilisce l'intensità del lampo finale.
Con la testina del flash orizzontale il prelampo è emesso da una lampada ad infrarossi incorporata nel flash, mentre con la testina inclinata il prelampo è emesso dalla lampada flash. La luce riflessa dal soggetto viene registrata dalla fotocellula esterna accanto alla lampada ad infrarossi, ed utilizzata in vari modi, a seconda della modalità esposimetrica scelta, inoltre prima dell'esposizione finale il sistema A-TTL provvede a dare una conferma di esposizione corretta (tranne che con testina inclinata) mediante le cifre del display: se nessuna lampeggia significa che l'esposizione è corretta e si può procedere.
L'esposizione ambientale viene letta secondo lo schema espositivo "media pesata al centro" e non è possibile scegliere lo schema semispot. E' possibile invece usare lo schema spot, ma occorre passare alla modalità FEL.
L'esposizione del flash viene fermata tramite lettura della luce riflessa dalla pellicola durante l'esposizione; anche in questo caso lo schema usato è "media pesata al centro"
Una delle cose più importanti da controllare usando il flash è la distanza fotocamera-soggetto; poiché il numero guida del flash è fisso, e la gamma di aperture disponibili limitata, è ovvio che la copertura del flash funziona bene solo entro una determinata gamma di distanze. Questo è bene saperlo in anticipo.
In questa tabelle troverete la gamma di distanze (in metri) coperte dalle varie focali supportate dal 300TL:
Qui invece altri interessanti grafici:
A) Andamento dell'apertura del diaframma in relazione alla distanza fotocamera-soggetto nella modalità Program (su fotocamera) per il prelampo A-TTL.
B)
Andamento dell'apertura del diaframma in modalità A-TTL (sul flash) e
Program (su fotocamera) in base al livello di luce ambientale.
C) Andamento dell'apertura del diaframma in modalità FEL o TTL (sul flash) e
Program (su fotocamera) in base al livello di luce ambientale.
D)
Andamento del tempo di scatto dell'otturatore in base al livello di
luce ambientale in modalità Program (su fotocamera) per tutte le
modalità flash (A-TTL, TTL, FEL)
E) Il livello
di esposizione della luce flash è controllato da un programma che a
seconda della luce ambientale ne riduce l'intensità per evitare, durante
le foto di giorno con riempimento delle ombre, una eccessiva luminosità
del soggetto che tende a creare foto artificiose secondo questa
tabella:
In
pratica sino a 10EV di luce ambientale la potenza è invariata, sopra i
13EV è ridotta di 1,5 stop mentre tra 10 e 13EV è ridotta linearmente da
zero ad 1,5 stop.
La riduzione del lampo vale per le modalità A-TTL, TTL, FEL ma non quando la T90 è impostata a lavorare in stop-down.
Funzionamento del sistema A-TTL nelle varie modalità operative della T-90.
Modalità della fotocamera Program.
La
fotocamera imposta automaticamente otturatore e tempo di scatto, scelto
tra 1/60 ed 1/250 (massimo tempo sincro della T90) in base al livello
di luce ambientale (grafico D).
L'apertura
viene determinata in base alla distanza calcolata col prelampo (grafico
A); l'apertura così calcolata viene comparata con quella determinata
dallo schema esposimetrico "media pesata al centro" per la luce
ambientale e viene scelta la più piccola tra le due.
Se
la luce ambientale supera i 10EV il flash opera in modalità di
riempimento, impostando un tempo di scatto di 1/60 in modo che lo sfondo
sia sottoesposto rispetto al soggetto (tabella E).
Se
in base alla sensibilità del film, apertura massima, distanza soggetto
l'esposizione non è possibile, nel mirino lampeggiano entrambi i valori
di tempo e diaframma.
Modalità della fotocamera Priorità di diaframmi (Av, Aperture Value).
Questa
modalità, dove si sceglie il diaframma lasciando alla fotocamera
l'impostazione del tempo di scatto, tenta sempre di esporre
correttamente in base alla luce esistente, per ogni tempo di scatto calcolato.
Questo implica che potrebbero essere utilizzati tempi lunghi con conseguente obbligo di uso del treppiede.
Lo
scopo principale di questa modalità è il controllo della profondità di
campo tramite il diaframma e contemporaneamente il bilanciamento tra
luce ambientale e luce flash.
Se
l'apertura scelta richiede un tempo di scatto più rapido del tempo
sincro (1/250) o più lento del tempo massimo disponibile il valore del
tempo di scatto nel mirino lampeggerà per indicare l'inconsistenza
dell'esposizione.
Modalità della fotocamera Priorità di tempi (Time Value).
Questa
modalità, dove si sceglie il tempo di scatto lasciando alla fotocamera
l'impostazione del diaframma tenta sempre di esporre correttamente in
base alla luce esistente, per ogni diaframma calcolato.
Lo
scopo principale di questa modalità è quello di controllare i tempi di
scatto, ottenendo una corretta esposizione della luce ambientale.
Se
il tempo scelto per la corretta esposizione ambientale richiede
un'apertura più grande o più piccola di quelle disponibili
sull'obiettivo, il valore del diaframma nel mirino lampeggerà per
indicare l'inconsistenza dell'esposizione.
Altre modalità della fotocamera.
In A-TTL non è possibile usare la modalità manuale oppure la posa bulb.
Usando
la modalità stop-down il funzionamento è similare a quello della
priorità di diaframmi eccetto per il fatto che il diaframma dovrà essere
manualmente chiuso al valore di lavoro prima di scattare; questo può
essere utile per valutare la profondità di campo prima dello scatto.
Modalità del flash TTL Auto flash AE (TTL).
Questa
caratteristica è molto importante quando si usano flash asserviti con
fotocellula per evitare che il prelampo li faccia scattare prima
dell'apertura della tendina, inoltre è vantaggiosa anche perché le
persone fotografate non saranno portate a credere che la fotografia sia
stata già scattata vedendo il prelampo e resteranno in posa; per questo
motivo tutti gli accessori off-camera lavorano in modalità TTL Auto,
indipendentemente da come è stata impostata la fotocamera.
Per
ottenere questa modalità occorre che nessuna delle spie
ATTL/FEL/MHi/MLo sia accesa, basta premere leggermente uno qualsiasi dei
quattro pulsanti, ed assicurarsi che nessuno dei corrispondenti led sia
acceso.
L'aspetto
negativo di questa modalità è che viene a mancare la misura della
distanza fotocamera-soggetto, specie usando il flash angolato; occorre
quindi prestare attenzione a posizionare il soggetto nelle gamme di
distanza previste ed elencate nella tabella già vista.
Sul flash 300TL è prevista una etichetta autoadesiva promemoria con la gamma delle distanze disponibili.
La
modalità TTL utilizza lo stesso schema per la gestione della luce
ambientale già usato in A-TTL ed anche l'abbassamento della livello di
luce flash in relazione alla luce ambiente già illustrato in tabella E.
Funzionamento del sistema TTL nelle varie modalità operative della T-90.
Modalità della fotocamera Program, Priorità di tempi e Priorità di diaframmi.
Queste due
modalità operano come in A-TTL ma senza il preflash, quindi la
fotocamera tenta di ottenere l'esposizione corretta in base al diaframma
o tempo selezionato.
In
modalità program il tempo di scatto viene fissato ad 1/60 e l'apertura
selezionata in base alla luce ambientale secondo la tabella C, come in
modalità A-TTL.
Modalità della fotocamera Manuale (e Bulb, posa prolungata).
Lo scopo di questa modalità è di combinare il controllo manuale dell'esposizione ambientale
tramite tempo e diaframma con l'esposizione automatica del flash.
Il
vantaggio consiste nel controllo indipendente di apertura e tempo di
scatto, ma questo richiede la responsabilità nell'esposizione della luce
ambiente unitamente al controllo della distanza entro i limiti
prefissati.
La
T90 disattiva l'esposimetro ambientale se il flash è montato con queste
impostazioni, quindi per utilizzarlo occorre spegnere momentaneamente
il flash oppure usare un esposimetro esterno.
Dopo
aver determinato la corretta esposizione dell'ambiente, il segreto per
la riuscita è nel mettere il soggetto entro la gamma di distanze
previste; in caso di dubbio sulla massima distanza è conveniente
scattare una serie di foto con diverse impostazioni (bracketing).
Modalità Flash Exposure Lock (FEL).
La modalità FEL combina l'accuratezza di una misura esposimetrica spot con la praticità della esposizione automatica del flash (AE).
Diversamente dalle modalità A-TTL e TTL, la modalità FEL stabilisce l'esposizione del flash prima dello scatto e non misura la riflessione sul piano focale.
Con
la modalità FEL il fotografo è libero di piazzare il soggetto dove
vuole, inoltre visto che non si sfrutta la riflessione sulla pellicola,
non vi saranno errori dovuti a differenze di riflettanza del film.
I vantaggi principali della modalità FEL sono:
- La misurazione flash di tipo spot è meno sensibile ad errori di esposizione rispetto alla media pesata al centro.
- Il sistema di misura della distanza è più accurato rispetto alla modalità A-TTL
La modalità FEL può essere usata in ogni modalità della T90, escluso Manual e Bulb.
Per usarla occorre premere il tasto FEl sul corpo flash, poi posizionare l'area circolare spot del mirino sul soggetto e premere il pulsantino spot accanto al pulsante di scatto.
Verrà emesso un lampo ad 1/20 della potenza sia con testa diretta che inclinata, e la misura conservata in memoria per 30 secondi.
Verrà emesso un lampo ad 1/20 della potenza sia con testa diretta che inclinata, e la misura conservata in memoria per 30 secondi.
La misura viene cancellata automaticamente dopo lo scatto, ma è possibile cancellarla prima premendo il pulsante "metering/clear" sulla T90, oppure spegnendo il flash o la fotocamera.
In una sequenza di scatto motorizzata soltanto il primo scatto userà le impostazioni FEL, mentre i successivi saranno esposti con modalità TTL.
La modalità FEL più vicina al controllo manuale è Priorità di diaframmi.
Funzionamento del sistema FEL nelle varie modalità operative della T-90.
Modalità della fotocamera Program.
La
modalità Program (o shift Variable Program) è la più rapida e facile da
usare con FEL visto che tempo di scatto e diaframma sono impostati
automaticamente; occorre solo selezionare l'area di interesse del
soggetto, eseguire il prelampo, ricomporre e scattare.
Dopo aver eseguito il prelampo è conveniente controllare la scala esposimetrica nel mirino:
Per una
corretta esposizione su soggetti medi occorre che l'indice rettangolare
sulla scala FE Lock sia posizionato sul triangolo centrale. In caso in
cui l'indice sia più basso occorre avvicinarsi al soggetto e rifare la
lettura FEL, nel caso in cui sia superiore occorre regolarsi al
contrario, allontanarsi dal soggetto e rifare la lettura FEL.
Tempo di scatto e diaframma sono indicati nel mirino:
Il
tempo di scatto sarà impostato tra 1/60 ed 1/250 in relazione alla luce
ambientale esattamente come in A-TTL (grafico D), quindi l'esposizione
sarà garantita corretta da 1/60 sino alla massima apertura possibile con
il limite di f/2.
La
principale differenza con la modalità A-TTL è che la T90 imposterà
diaframmi aperti con luce scarsa. Se questo è un problema conviene usare
la modalità priorità di diaframmi.
Modalità della fotocamera Priorità di diaframmi.
Anche
in questo caso lo scopo è quello di impostare il diaframma, ma i
vantaggi della modalità FEL sono superiori rispetto a tutte le altre
modalità della T90.
Dopo
aver selezionato la modalità sulla fotocamera e FEL sul flash, occorre
impostare il diaframma voluto e scegliere lo schema esposimetrico per la
luce ambientale, che può essere parziale oppure spot; lo schema media
pesata al centro non è consentito, ma sarà usato automaticamente in caso
di flash di riempimento perché tende ad essere più accurato.
Quindi posizionare il cerchio spot del mirino sul soggetto e fare la lettura FEL quindi controllare la scala esposimetrica.
Se
il puntino rettangolare è al di sotto del triangolo, l'esposizione
flash è insufficiente quindi occorre avvicinarsi o aprire il diaframma e
viceversa.
In
questo caso la scala centrale dell'esposimetro indica il livello di
esposizione ambientale, determinata dall'impostazione del diaframma;
essa è determinata tramite il preflash e lo schema esposimetro scelto.
Una
volta che la lettura flash è stata bloccata è possibile cambiare a
piacimento il livello di esposizione per la luce ambientale,
l'indicatore sulla scala centrale segnala sottoesposizione dello sfondo
se è al di sotto del segno triangolare oppure sovraesposizione se è al
di sopra.
Per
effettuare la correzione è sufficiente usare i pulsanti H "alte luci"
(freccia ascendente) oppure L "basse luci" (freccia discendente) sul dorso
della fotocamera.
Questa
è una funzione molto comoda, specie con pellicole poco sensibili o
scarsa luce, visto che il tempo sincro è limitato ad 1/250.
Analogamente
con i pulsanti H ed L in modalità FEL è possibile correggere la luce
del flash se il soggetto è troppo chiaro o troppo scuro (per esempio
abiti bianchi e neri durante cerimonie)
Modalità della fotocamera Priorità di tempi.
Impostando
il tempo di scatto, con la fotocamera che regola il diaframma, non si
avranno le stesse possibilità di regolazione rispetto alla priorità di
diaframmi.I pulsanti alte luci e basse luci infatti modificano solo il diaframma e non il tempo di scatto pertanto si avrà un soggetto sicuramente ben esposto ma non altrettanto potrà accadere con lo sfondo.
Modalità della fotocamera stop-down.
Lo
scopo dell'uso di questa modalità è quello di controllare visivamente
la distribuzione della profondità di campo quando questo sia richiesto,
oppure per poter usare vecchi obiettivi FL o tubi di prolunga senza
trasmissione dei meccanismi.Dopo aver premuto il pulsante stop-down ed effettuato la misurazione FEL verrà impostato il tempo di scatto che determina l'esposizione ambientale.
Anche in questo caso è possibile usare i pulsanti alte luci e basse luci per controllare lo sfondo, ricordando che la rotella per il controllo del diaframma sarà disabilitata e che esso dovrà essere regolato direttamente sull'obiettivo.
Modalità della fotocamera stop-down fixed-index.
Lo scopo dell'uso di questa modalità è quello di permettere una accurata lettura FEL controllando manualmente tutti i parametri.Per impostarla occorre selezionare la modalità Tv, scegliere un tempo, impostare lo stop-down e selezionare un diaframma sulla ghiera dell'obiettivo.
Premendo a metà il pulsante di scatto verrà eseguita la lettura dell'ambiente.
In questo caso i pulsanti alte luci e basse luci sono disattivati ed occorrerà fare riferimento al display del mirino che indicherà CL (close down) in caso di sovraesposizione, OP (open up) in caso di sottoesposizione, oppure OO in caso di esposizione corretta.
Quindi effettuare la lettura FEL premendo il pulsantino spot e leggendo il livello di esposizione sulla scala verticale. Come nei casi precedenti l'esposizione del flash si regola col diaframma o con la distanza dal soggetto.
Uno dei vantaggi importanti di questa modalità è che la lettura del flash non viene bloccata, quindi è possibile scansionare la scena continuamente per cercare l'area adatta alla lettura, inoltre la scala esposimetrica funziona anche con le modalità media pesata al centro e parziale, cosa normalmente non possibile.
E' anche possibile, immediatamente prima dello scatto, rilasciare il pulsante stop-down e passare alla modalità TTL con le stesse impostazioni.
Questo permette due grandi vantaggi:
- Si possono verificare separatamente luce ambiente e flash.
- Si possono acquisire foto in sequenza con le stesse impostazioni senza dover azzerare la fotocamera.
Modalità della fotocamera manuale.
Esistono
casi in cui l'esposizione automatica del flash non è applicabile, per
esempio con soggetti fortemente riflettenti oppure con soggetti piccoli
contro sfondi molto distanti e scuri.In questo caso occorre applicare la regola del numero guida, sapendo che per il 300TL i numeri guida sono i seguenti:
La funzione del flash HI corrisponde a piena potenza oppure ATTL e funzioni automatiche, mentre la LO corrisponde ad 1/16 della piena potenza.
L'uso manuale del flash è facile se combinato con la lettura esposimetrica della fotocamera in modo da avere il massimo controllo sino al tempo sincro di 1/250.
Tuttavia siccome in modalità manuale la lettura esposimetrica sulla T90 è disattivata, occorre eseguirla con flash spento, o con esposimetro esterno.
Il migliore modo operativo della fotocamera è priorità di diaframmi perché in tempo di scatto è bloccato al tempo sincro massimo e si possiede il controllo totale sull'apertura durante lo scatto.
Anche la modalità bulb beneficia del flash manuale, specialmente per effetti speciali di illuminazione.
Le peggiori combinazioni sono priorità di tempi o program.
In questo caso infatti il diaframma è forzato sulla minima apertura (16,22,32), mentre il tempo di scatto è forzato al sincro (in program) o scelto (in Tv). Questo comporta un alto rischio di ottenere foto esposte male usando il flash in manuale; in ogni caso il mirino fa lampeggiare i valori interessati per segnalarlo.
Sincronizzazione lenta.
Occorre impostare la T90 in modalità priorità di tempi, tenendo presente che selezionando un tempo più breve di 1/250, esso verrà automaticamente impostato indipendentemente dalla selezione. Il 300TL può essere impostato a piacere su A-TTL oppure su FEL.
In ogni altra modalità la sincronizzazione lenta non è consentita.
Impostazione del flash sulla seconda tendina.
Sul
300TL è possibile impostare lo scatto del lampo alla ripartenza della
seconda tendina e non all'arrivo della prima tendina in posizione di
apertura.
In pratica il lampo viene eseguito dopo l'esposizione e non prima.
Questa funzione è disponibile per tutte le modalità flash/fotocamera senza distinzioni.
Per
ottenere i migliori effetti si possono usare la modalità manuale o bulb
sulla fotocamera, impostando un tempo lento (per esempio 1/15) perché
con un tempo troppo veloce gli effetti potrebbero essere non visibili.
Le scie luminose sono più visibili contro sfondi scuri e con soggetti vicini.
Un altro interessante flash TTL prodotto da Canon per la T90 è il Macro Ring Lite ML-2
Si tratta di un apparecchio dedicato alla macrofotografia con caratteristiche assai interessanti:
- Possibilità di usare singolarmente i tubi flash oltre che contemporaneamente.
- Luci di ausilio per la messa a fuoco.
- Flash di modellazione per valutare le ombre.
- Pieno controllo TTL tramite la T90.
- Modalità manuali a piena potenza e bassa potenza (1/16)
Questo
flash è l'evoluzione del predecessore ML-1 del sistema CATS che aveva
diverse limitazioni: oltre a non essere TTL permetteva soltanto l'uso di
tre diaframmi, la potenza era regolata tramite fotocellula di rimbalzo e
disponeva di due attenuatori di luminosità da montare sopra le lampade.
Il
montaggio avviene direttamente sulla baionetta di servizio per
l'obiettivo 200 macro, e tramite un anello adattatore da 52mm per il 100
macro ed il 50 macro.
Non
è previsto, a differenza del precedente ML-1 un anello adattatore per
obiettivi con portafiltro da 55 mm per obiettivi breach, ma l'anello è
lo stesso del precedente flash, disponendone lo si può usare
tranquillamente.
Volendo
acquistare questo flash è bene assicurarsi che sia presente l'anello
adattatore, composto da due anelli distinti (come in foto), uno
filettato ed uno a baionetta, che si montano sull'obiettivo uno dentro
l'altro, altrimenti il flash sarà utilizzabile solo sul 200 macro.
L'unica
limitazione, rispetto al 300TL è che non è possibile usare la
misurazione spot, il flash lavora soltanto in ATTL (oopure in manuale
Hi/Lo) e qualora sia abbinato al 300TL per riempire le ombre,
quest'ultimo non può lavorare in FEL ma solo in ATTL.
Il
modello ML-2 è il vertice evolutivo del sistema TTL canon, lo dimostra
il fatto che il suo successore, ML-3, esteticamente identico ma
predisposto per le fotocamere EOS, fu mutilato di diverse funzioni,
perdendo cioè l'utilissimo flash di modellazione (che alimenta le
lampade flash in modo pulsante ad alta frequenza per valutare le ombre)
oltre alle modalità manuali.
Questo può spiegarsi forse con
l'ipotesi, da molti considerata certezza, che Canon copiò da altri
produttori il suo sistema TTL. Se infatti la T90 fu lanciata nel 1986,
mentre le EOS nel 1987, è lecito pensare che siano state sviluppate
insieme negli anni precedenti, visto che hanno funzioni comuni ed
estetica assolutamente identiche. Allora perché furono prodotti il flash
ML-2 per la T90 e successivamente ML-3 per le EOS? Forse perché nel
frattempo Canon dovette correre ai ripari dopo essere stata denunciata
per violazione di brevetto da parte di Olympus o Nikon.
Resta
il fatto che il TTL della T90 è quanto di meglio si possa desiderare:
facile da usare, pratico nella scelta delle funzioni, versatile e
sopratutto non sbaglia mai. Se dovete fare foto ad una cerimonia dove
siano presenti abiti bianchi e neri, state certi che non sbaglierete un
colpo, potete sottoesporre i soggetti bianchi e sovraesporre quelli neri
mentre componete la foto mantenendo intatta l'illuminazione dello
sfondo, senza dovervi ammattire tra menù-sottomenù ed amenità varie,
mentre il soggetto ha già cambiato posizione.
Oggi
con 150 euro comprate una T90 e con 50 euro il flash 300TL, dispondendo
così di una accoppiata imbattibile da qualsiasi cancarone digitale da
migliaia e migliaia di euro.
Nel sistema flash TTL della T90 erano previsti anche adattatori TTL e cavi specifici che permettono di usare sino a 4 flash contemporaneamente sotto il totale controllo della T90.
Certo
c'è la seccatura del cavo tra i piedi, ma se dovete fotografare oggetti
per cataloghi con una tenda di luce, potrete avere risultati
incredibili.
Ecco ora una serie di foto allo stesso soggetto, con macchina su cavalletto e flash 300TL per illustrare le varie modalità e le possibilità di regolazione; ho usato l'obiettivo FD 85/1.2 Aspherical.
Premesso che il modo migliore di usare il sistema FEL è la priorità di diaframmi (Av), ho tralasciato le prove in priorità di tempi con FEL perché insignificanti.
Ho usato un vaso bianco per illustrare la possibilità di sottoesporre al volo mantenendo invariato lo sfondo. Sul vaso è appoggiata una scala di grigi kodak, dove per una esposizione corretta occorre poter vedere tutte le tonalità, con i limiti della scansione digitale.
I primi tre scatti sono fatti con Flash in modalità automatica (P), con macchina in modalità "Program" ed il terzo con la fotocamera in "P" modalità "tele 1". I risultati sono assolutamente identici, con sfondo sottoesposto perché le modalità automatiche danno la precedenza all'esposizione del soggetto con preferenza d'uso a mano libera.
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Flash in "P" fotocamera in "program" |
![]() |
Flash in "ATTL" fotocamera in "program" |
![]() |
Flash in "ATTL" fotocamera in "P tele1" |
I
successivi tre scatti sono fatti con fotocamera in priorità di
diaframmi, il flash in "FEL" mantenendo l'esposizione dello sfondo
costante e variando quella del soggetto di uno stop.
Si nota che
lo sfondo è esposto meglio che nelle foto fatte in modalità automatica,
ma è risultato necessario usare il treppiede. La foto migliore è
ovviamente quella col soggetto bianco sottoesposto di uno stop visto che
anche per il flash è stata programmata la regolazione sul grigio medio.![]() |
Fotocamera in Av Flash in FEL soggetto 0 sfondo 0 |
![]() |
Fotocamera in Av Flash in FEL soggetto -1 sfondo 0 |
![]() |
Fotocamera in Av Flash in FEL soggetto +1 sfondo 0 |
Gli
ultimi due scatti sono fatti con la fotocamera in priorità di diaframmi
a 5.6 e con il flash impostato sulle modalità manuali MHi (piena
potenza) e MLo (1/16 potenza).
Nel primo caso la foto è ben
riuscita perché il tempo sincro di 1/250 è risultato sufficiente, nel
secondo caso è ovviamente sottoesposta.![]() |
Fotocamera in Av Flash in MHi |
![]() |
Fotocamera in Av Flash in MLo |
Accessori per il controllo remoto dei flash.
A completamento del sistema di flash TTL furono ideati un gruppo di accessori per il controllo simultaneo di più flash (sino a 4 contemporaneamente, uno sulla macchina e tre esterni.
Il dispositivo principale è il TTL Hot shoe adapter:
questo accessorio, installato sulla slitta flash della fotocamera, ed alimentato da una pila al litio CR2025, permette di portare il segnale ad un altro flash tramite un cavo ed una slitta terminale. Inoltre possiede una slitta a sua volta, sulla quale è possibile montare un flash.
La slitta terminale, dotata di attacco filettato per cavalletto, è stata denominata Off camera shoe adapter:
I cavi disponibili sono di due tipi, quello spiralato da 60cm, detto Connecting cord 60:
e quello non spiralato da 3 metri, detto Connecting cord 300:
Per utilizzare ancora altri flash è necessario usare un ripartitore, il TTL distributor:
Collegandolo al Hot Shoe adapter, resteranno disponibili altri tre collegamenti, che sommati alla slitta disponibile sul Hot shoe adapter permetteranno di usare sino a 4 flash 300TL; è possibile anche montare sulla slitta un flash anulare ML-2 ed altri flash 300TL sino ad un numero di 3.
E' importante sapere è che questi accessori permettono di usare soltanto la modalità TTL Auto, quindi A-TTL e FEL sono esclusi perché generano prelampo ed in questo caso la macchina verrebbe tratta in inganno circa la distanza dal soggetto, generando esposizioni scorrette.
L'accessorio Hot Shoe Adapter è stato realizzato in due versioni successive (Hot shoe adapter HSA-2 e HSA-3), destinate al sistema EOS. La versione 3 differisce dalla 2 per la presenza di un pin di blocaggio sulla slitta e per avere la slitta verniciata di nero.
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